Il volo dell’ aquilone
La tradizione del primo giorno di
Quaresima include il volo dell’ aquiline. Simboleggia il desiderio dell’ uomo
stesso di volare, di raggiungere il cielo, vicino a Dio.
Quando eravamo bambini, questa giornata era molto importante e c’ era una
preparazione specifica per la costruzione dell’ aquilone. Allora, la maggior
parte dei ragazzi creava il proprio aquilone. Coloro che vivevano nel villaggio
prendevano legno sottile da falegnami o canne, quelli che vivevano nel
villaggio, carte colorate dal minimarket del quartiere, spago, giornali e stelle
filanti per la coda dell’ aquilone.
Quindi mio fratello ha fatto ogni anno, non solo uno, ma almeno due aquiloni,
in modo che se uno cadeva, faceva volare l’ altro. Dopo aver legato il legno,
che doveva essere leggero, in modo che l’ aquilone potesse facilmente volare, e
fatto la cornice, incollava le carte colorate e poi doveva fare le bilance. Ci
è voluta molta attenzione per fare le bilance, perché se non fossero state
corrette, l’ aquilone sarebbe volato male e sarebbe caduto. Ed ovviamente alla
fine c’ era la coda, che doveva essere lunga, per andare alto, ma non pesante,
perché non poteva volare.
Poi, ciò che ci preoccupava era se sarebbe stato bel tempo, se pioveva o se
soffiava molto. Le condizioni ideali per far volare un aquilone sono di avere
il sole, ma allo stesso tempo una leggera brezza che solleverà facilmente l’ aquilone
in aria, lo porterà in alto e non rischierà di cadere.
All’ inizio si doveva tenere l’ aquilone alto, con entrambe le mani, e con il primo soffio di vento lo si lasciava
andare e l’ altro lo tirava a salire in alto.
Non appena l’ aquilone raggiunse
l’ altezza, si udì la famosa frase: “Molla lo spago!” in modo che l’ aquilone
andasse più in alto e più lontano.
Tutti cercavano di far volare il loro aquilone più in alto degli altri e di
sorpassarli. Molte volte si è confuso con gli altri e alla fine è caduto o è
rimasto impigliato nei fili dell’ elettricità. Se fosse nelle vicinanze,
potresti raccoglierlo, ripararlo e far volarlo di nuovo. A volte, però, cadeva
in posti molto lontani e poi l’ hai perso tanto dai tuoi occhi quanto dalle tue
mani.
Quando mio fratello riusciva a far volare il suo aquilone, di solito lo legava
da qualche parte e lo lasciava volare, fino al tramonto. Poi tagliava lo spago
e lo lasciava andare soddisfatto, visto che l’ anno prossimo ne avrebbe fatto
un altro.
Alcuni bambini, che vivevano in campagna o andavano in zone aperte della città,
continuavano a far volare il loro aquilone, come un giocο, tutto l’ anno quando il tempo era adatto per questo.
È molto bello vedere in alto, il cielo soleggiato, pieno di aquiloni colorati e
diversi e giù, in basso, i volti felici dei bambini, ma anche degli adulti, che
aiutano e partecipano alla loro gioia e al loro gioco!
Anthoula P. Veziri
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